Giorni fa leggevo una discussione interessante su Facebook.
Tutto nasceva dalla considerazione di un Fotografo il quale sosteneva che
non esistono "fotografie rubate".
Comunemente si dice "ho rubato una foto" quando si fotografa qualcuno a sua insaputa, quando di nascosto si "rapisce" un attimo, un'emozione, un gesto di una persona che ne è ignara in quel momento (quello che accade molto spesso nella street).
Su queste questioni da "filosofia della fotografia" mi prende la scimmia ed inizio ad arrovellarmici per giorni!
Ma si può rubare un'istante?
Si può rubare un'azione?
Si può rubare un'espressione del cuore?
Questa è la mia conclusione:
se con "rubare" si intende fare una fotografia senza interagire con la scena ed i soggetti, senza alterarne in alcun modo lo svolgimento o condizionarlo. Se "rubare una foto" vuol dire scattare a "la sauvette", essere spettatori e documentatori infallibili,
raccontare la propria storia
allora si:
raccontare la propria storia
allora si:
"gli scatti rubati" esistono.
E sono rubati solo al tempo, che finirebbe col farli sbiadire fino a sparire.
Alcuni scatti che ho "rubato" in questi mesi:
Laigueglia 2015 |
Torino 2015 |
Torino 2015 |
Alassio 2015 |